
Venerdì, 3 Aprile
Un ragazzo è seduto davanti al pc nella sua stanza. Entra Fata madrina: cerca in tutti i modi di
convincerlo a festeggiare almeno questo compleanno. Questa è la sua missione: farlo crescere. Cosa desidera in realtà il ragazzo?
Un Coniglio, solo, è un grottesco e irriverente tentativo di scardinare i concetti di giusto e buono, un’allegoria da cartone animato. Un modo per cominciare a riflettere sul sempre più crescente fenomeno degli hikikomori e del ritiro sociale e cominciare a mettere in discussione alcuni dei valori fondanti la nostra società. Prendete un ragazzo e una fata dai capelli turchini. Lei è la sua educatrice, lui il suo pupillo. Tutto dovrebbe essere prestabilito. L’iter formativo è scontato: un bambino cresce, diventa adolescente, poi un giovane adulto e infine anziano. In questo percorso il bambino trova la sua giusta collocazione nel mondo. Impara a dire di no, a dire di sì, capisce il valore delle rinunce, della fiducia e della fedeltà, accetta il rispetto e l’amore dei più grandi. Quando sopraggiunge la maggiore età, quando non si può più tornare indietro, Fata madrina può dirsi soddisfatta, salutare i presenti e volare verso altri piccoli microcosmi che aspettano solo lei. Cosa succederebbe se un personaggio insolito, il terzo escluso, suonasse un bel giorno alla porta? È proprio questo il migliore dei mondi possibili? Ma chi determina, oggi, che cosa sia migliore o peggiore? Raccontiamo quel sentirsi chiusi in una gabbia, senza sapere che direzione prendere, in un movimento sempre più vorticoso e centripeto che porta alla fissità. Raccontiamo il tempo che passa. Raccontiamo chi aspetta, chi rimanda, chi non sa scegliere.
A chi è rivolto?
Range
Quando?
03-04-2020
Promotore
Teatro Groggia